Cronache del Congresso FIMF 2006 a Nocera

 

Quest’anno il Congresso è stato gioioso e divertente oltrechè ricco di interessi ferroviari.

E’ iniziato con la visita alle Officine di Ponticelli della Circumvesuviana, di cui parliamo più diffusamente in calce, che ci ha presentato un’immagine moderna e molto attiva di questa rete essenziale per il collegamento di Napoli col suo entroterra attorno al Vesuvio e con le bellezze della costiera meridionale  . 

Il sabato mattina c’è stata poi una  full immersion nel ………carbone:  infatti è stata la giornata del vapore vivo con macchine di ogni tipo che sputavano fumi di corposo coke ad ogni colpo di scappamento. Dalle 2 assi alle Mallet scartamento 5”, a quelle a cremagliera (da 5” e 71/4”) per vincere anche una delle più aspre salite dell’impianto sito fra gli ulivi del Parco del Castello di Fienga:  Tutti i soci dell’ACSF (Associazione Culturale Storia delle Ferrovie), con in testa il suo Presidente dr. Cozzitorto, si sono prodigati ad accendere i focolai, a spalare carbone (ne sono stati consumati ben tre quintali!), a manovrare scambi e a trainare vagoncini pieni di ragazzini, alcuni giovani d’età ma molti giovani ormai solo nello spirito.

 

Nella rimessa fervono i lavori di messa in pressione delle macchine.

La piattaforma girevole.

La Mallet in posa.

Accensione della loco a cremagliera.

 

Il pranzo è stato servito all’ombra degli alberi al centro dell’anello di ritorno della ferrovia con un convoglio in doppia trazione che fischiava allegramente caricando e scaricando commensali: pasta asciutta, tenere e profumatissime bistecche alla brace,  frutta appena colta dagli alberi e un buon caffè del bar del Castello.

Alle 15.30 è iniziato il Congresso, che quest’anno prevedeva anche il rinnovo delle cariche sociali; al termine i Congressisti hanno ammirato il plastico in scala N di Di Giulio portato da Lecce a dimostrazione delle soddisfazioni che anche una scala così piccola può dare. Da segnalare il perfetto funzionamento dell’impianto, i rotabili elaborati dagli stessi modellisti e la cordialità degli scambi di idee e informazioni costruttive tra presentatori e pubblico.

 

Il pranzo col fumigante trenino in doppia trazione (locomotiva della Val di Fiemme + diesel elettrico)

 

Nel grande salone di esposizione del plastico, protagonista e allo stesso tempo degna cornice, era visibile una interessantissima mostra sulla cessata Ferrovia Rocchette-Asiago, opera encomiabile di Roberto Sperotto, e su di un tavolo anche la riproduzione di una delle locomotive che vi avevano circolato, compagna- in scala maggiore- del modello di treno TILO in H0, presentato al Congresso dal nostro infaticabile Presidente.

La cena sociale ha concluso la giornata in amicizia e allegria.

 

Il treno storico della Circumvesuviana

Modello del treno TiLo in versione “costruzione integrale”. In secondo piano possibile procedimento di trasformazione delle carrozze Trheingold (articolo sulla Rivista "I Treni" n 283 luglio 2006.

Particolare della testata aerodinamica della carrozza pilota.

 

 

Domenica 18 luglio a Sarno ci attendevano le tre unità del treno storico della Circumvesuviana, nella loro sgargiante livrea bianco/rossa, per festeggiare anche i Cento anni della ferrovia a Sarno con un giro riservato Sarno-Barra-Sorrento, previo interessante discorso storico-rievocativo dell’avv. Ogliari,

Terminato il Congresso nello smagliante sole della costiera amalfitana un comodo Eurostar ci ha riportato a casa felici  seppur  con una punta di stanchezza più che giustificata dalle intense giornate trascorse.

 

 

Visita alle officine di Ponticelli della Circumvesuviana

 

Alle 15.30 di venerdì 16 giugno 2006 ci troviamo tutti davanti alla sala d’aspetto di 1^ classe di Napoli Centrale e veniamo accolti da un irriconoscibile Romeo (chiamato anche dr. Cozzitorto dai non addetti ai lavori) che, senza tuta da macchinista e soprattutto senza  la solita maschera di almeno 2 metri di carbone sul volto, appare quasi come un essere terrestre normale.

Normale sì ma dal carisma eccezionale e dalla simpatia che ti lega.

Ci fa strada fino alla Circumvesuviana dove un elettrotreno riservato ci porta in pochi minuti direttamente sul piazzale delle officine di Ponticelli, ove –come per gli aerei- scendiamo tramite apposita scaletta esterna affinché il gentil piede delle signore congressiste o accompagnatrici  non abbia a inciampare .

Qui l’orda degli appassionati si lancia subito all’assalto del treno storico ricoverato su un binario adiacente che viene esaminato e fotografato  fin nei minimi dettagli: e si mormora che qualcuno l’abbia passato ai raggi X con una macchina per radiografie camuffata da fotografica!

Successivamente altri due pezzi attirano i fotografi : il carro soccorso ed un pianale a scartamento ridotto ma con respingenti per lo scartamento normale.

A questo punto agenti del  SSF (Servizi Segreti Fermodellistici), individuabili dagli immancabili occhiali neri modello fuochista indossati anche nelle notti fonde e senza luna, spargono la voce di un sea-train gate (intrighi mare-rotaia) e i congressisti vengono inghiottiti in un ampio capannone dove un elettrotreno mostra un restyling per essere impiegato per…….. gli spostamenti a terra di croceristi navali. Come dire: quando i pullman fanno il pisolino in colonna nel traffico caotico il treno diventa competitivo ……. Comunque il lusso e buon gusto degli interni mi hanno fatto fare un pensierino sulle crociere!

 

Il Sea train (ETR 089)

L’elegante salottino interno

L’ETR 086 in versione normale

 

Il signor Ciro, Capo Area delle Officine, ci mostra poi altre particolarità o primati delle Officine: la fossa per il distacco dei carrelli senza sollevare la cassa, il tornio in fossa,  i guancialini per ridurre la rumorosità delle ruote, i nuovi capannoni in corso di attrezzaggio, ecc.  E tutta l’area appare così ordinata e pulita da farmi meditare sulla stanza dove mio marito fa i suoi modelli. A ciascuno la sua croce!

 

I guanciali per diminuire la rumorosità delle ruote.

Il tornio in fossa.

 

Finita la visita, il nostro elettrotreno ci riporta a Napoli e da lì, con un interregionale, ci trasferiamo a Nocera Inferiore dove vediamo il bagagliaio Di 99.000 splendidamente restaurato dall’ACSF e dove ci aspetta una allegra serata in pizzeria:    d’altronde è noto che in Italia tutto finisce sempre a tarallucci e vino!

                                                                       

                                                                                                                                                Irene